Bibliografia
Le pubblicazioni della metodologia permettono di andare alla radici dell’educazione, ridare fiducia nella possibilità di formare le nuove generazioni, riproporre l’alleanza tra gli esperti e la famiglia, testimoniare le oggettive competenze dei genitori.
Testi metodologici
- A. Moletto R. Zucchi 2013, La Metodologia Pedagogia dei Genitori. Valorizzare il sapere dell’esperienza, Maggioli editore, Santarcangelo di Romagna (RN).
- A. Moletto R. Zucchi (a cura di) 2006, Progetto La Pedagogia dei Genitori, Risorsa per l’educazione e la formazione, Elena Morea editore Torino, II ed.
Pedagogia dei Genitori nasce per valorizzare l’azione formativa dei genitori e promuovere il patto educativo con i professionisti. Prima è Progetto, in seguito all’applicazione pluridecennale e le conseguenti verifiche diventa poi Metodologia, con strumenti sperimentati e applicabili a più situazioni. Il libro è il manifesto dell’iniziativa: un documento programmatico suddiviso in riflessioni teoriche e strumenti. La prima parte contiene i fondamenti scientifici e l’articolazione della genitorialità, nella pedagogia della speranza, della fiducia, della responsabilità e dell’identità.Il messaggio contenuto nel titolo del contributo di Augusta Moletto, Imparare dai genitori, che sembrava una provocazione, viene ora riconosciuto base del patto educativo tra famiglia ed esperti.
Alle ‘ragioni’ del progetto seguono le narrazioni: quattro itinerari di famiglie con bimbi in situazioni di handicap che, con maggior intensità degli altri, propongono la loro genitorialità. Quello che li accomuna è l’impegno e l’empatia dei genitori, la capacità di condurre la propria e l’altrui vita attraverso difficoltà, lasciandosi guidare dall’istinto materno o genitoriale, fatto di stretta adesione alla realtà, funzionale alla costruzione del progetto di vita.
L’ultima parte del volume raccoglie progetti realizzati in contesti differenti. Si va da quello più generale, proposto come modello, elaborato dal Comitato per l’integrazione scolastica e dall’AIPD di Pisa e Brindisi, a quello approvato e finanziato dalla Comunità europea ed inserito nel programma di educazione permanente Socrates Grundtvig 2. L’Europa riconosce il progetto e ne valida l’impostazione articolandolo in durata triennale, vincolandolo alla diffusione dei risultati. Il terzo progetto, realizzato nel 2001 dal Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale e dal Provveditorato agli Studi di Torino, si articola in undici incontri nelle principali città della Provincia, dove i genitori sono chiamati a narrare gli itinerari educativi dei figli ad assemblee cittadine. Un Convegno finale valida i risultati degli incontri. Il quarto viene realizzato dall’Associazione Integrazione di Villaverla (VI), con la consulenza e la supervisione del Comitato per l’integrazione scolastica, editore della rivista Handicap & Scuola.
Narrazioni della Metodologia
Raccogliere, pubblicare e diffondere gli itinerari educativi dei genitori, utilizzarli come strumenti di formazione per i professionisti che si occupano di rapporti umani, fare ricerca, sono le azioni previste da Pedagogia dei Genitori. I libri presentati testimoniano le attività della Metodologia realizzate nei contesti in cui è presente.
A. Moletto R. Zucchi (a cura di) 2006, Con i nostri occhi. Un itinerario di ‘Pedagogia dei Genitori’, Supplemento rivista Handicap & Scuola, Torino.
Il libro è patrocinato dal Comune di Torino che riconosce Pedagogia dei Genitori strumento di valorizzazione del capitale sociale e della cittadinanza attiva delle famiglie. Marisa Pavone, docente dell’Università di Torino lo valida come buona prassi metodologica per gli interventi di rete.
Un capitolo sottolinea l’articolarsi delle attività promosse dall’Ente locale, mentre il successivo documenta gli itinerari prodotti all’interno delle scuole per valorizzare le competenze educative della famiglia.
Vengono raccolte le narrazioni dei genitori che hanno partecipato al Progetto Europeo: itinerari educativi compiuti da famiglie scozzesi, francesi e italiane con percorsi di crescita compiuti da fratelli e le sorelle.
AIPD Pisa-Livorno 2004, Un mosaico di esperienze. Le narrazioni come testimonianza e formazione, Pisa.
Il libro testimonia la possibilità del patto educativo con la sanità e la scuola. Nella premessa una pediatra di famiglia dialoga sulla necessità dell’incontro paritario tra medici e genitori in cui i sanitari imparano dalle famiglie. Le narrazioni dei genitori che accompagnano la crescita del figlio sono in dialogo con la scuola: i figli alunni vengono raccontati anche dai maestri costruendo quel mosaico che dà il titolo alla pubblicazione. Dall’esperienza del Progetto europeo e dell’elaborazione della pubblicazione del Mosaico deriverà la formazione agli operatori dell’ASL 5 di Pisa .
G. Scopelliti (cura di) 2006, Conoscere l’handicap: riconoscere la persona: la Pedagogia dei Genitori, Centro Servizi Volontariato Toscana, Firenze.
Il volume è curato da Gianni Scopelliti, Presidente dell’Associazione Sesto Senso di Siena, formata da genitori di bimbi in situazione di handicap, consapevoli di esser, assieme ai figli, risorsa sociale.
L’Associazione, che dalla fondazione si collega con la metodologia di Pedagogia dei Genitori, riceve dal Centro Servizi Volontariato Toscano incarichi di formazione e organizza regolari Corsi di aggiornamento. Il volume è libro di testo per i volontari: la nostra associazione è impegnata in questa rivoluzione socioculturale: fornire gli strumenti perché tutti possano vedere e vivere le persone diversabili con i nostri occhi e il nostro cuore di genitori. Accanto alle testimonianze locali il libro presenta itinerari di crescita scritti da genitori stranieri, alcuni dei quali in lingua originale, e narrazioni dei compagni di viaggio dei nostri ragazzi: fratelli e sorelle, amici e compagni di scuola.
Rete Diversabili 2007, Un mondo ricco di umanità, Edizioni Primalpe, Cuneo.
Nel volume dalla Rete Diversabili, promossa dagli Istituti comprensivi di Bernezzo, Cervasca, dai Comuni di Bernezzo, Cervasca, Vignolo e dai Consorzi socio assistenziali delle valli Grana e Maira (CN), si realizza la sintesi che pone al centro dei servizi la persona, poi via via, la famiglia, la scuola, l’amministrazione locale, i servizi sociali e sanitari. Adottare la Metodologia Pedagogia dei Genitori è un nuovo modo di fare politica sociale: far conoscere alla comunità i volti dei bimbi, accompagnati dalle loro storie e dalle presentazioni fatte dai genitori.
A livello scolastico e sociosanitario la narrazione e la presentazione “Con i nostri occhi” entrano a pieno titolo nell’itinerario ufficiale dell’integrazione diventando parte integrante del Piano Educativo Individualizzato accanto alla diagnosi funzionale, che rappresenta il punto di vista dei servizi sanitari, e al programma di lavoro dei docenti.
Parte del volume è dedicata alla validazione scientifica e alla presentazione del metodo di raccolta delle narrazioni. L’architettura del libro è frutto della regia di un dirigente scolastico, Mariuccia Bramardi, che alle competenze didattico amministrative aggiunge la conoscenza della comunità locale e una particolare sensibilità sociale
S. Testa (cura di) 2007, I genitori raccontano, Centro Territoriale per l’Integrazione Scolastica, Fano.
La Metodologia Pedagogia dei Genitori si diffonde in Italia con formazioni rivolte a docenti, genitori e dirigenti scolastici sulle competenze educative della famiglia. A Fano, nelle Marche, il Centro Territoriale per l’Integrazione Scolastica istituito presso l’Istituto Comprensivo Gandiglio, coinvolge, tra febbraio e maggio 2006, tutte le scuole del territorio in un progetto articolato in quattro incontri in cui 21 famiglie narrano le loro esperienze a un pubblico formato da genitori, docenti, dirigenti scolastici, terapisti della riabilitazione,educatori, assistenti sociali e operatori sanitari. In ogni sessione alle narrazioni dei genitori seguono gli interventi di responsabili della sanità e della scuola che sottolineano l’importanza di imparare dai genitori.
Il volume che documenta l’iniziativa propone la Metodologia Pedagogia dei Genitori come strumento riguardante il coinvolgimento delle famiglie. La curatrice, raccogliendo le criticità rilevate nelle narrazioni dei genitori, con i suggerimenti da loro forniti, dichiara che: Sono emersi genitori preparati, proattivi, critici, che hanno messo in evidenza con il loro coraggio di esporsi, il senso di ‘comunità che educa’, sottolineando che la responsabilità in questo compito non può esser che condivisa.
M. R. Dal Molin M. G. Bettale (cura di) 2005, Pedagogia dei genitori e disabilità, Edizioni del Cerro, Tirrenia.
Pedagogia dei Genitori, dando voce alle famiglie con bambini in situazione di handicap, promuove il loro intervento nell’arco del progetto di vita riguardante i figli. Il volume raccoglie le testimonianze dei genitori in base ai seguenti temi: la prima comunicazione, l’integrazione scolastica e sociolavorativa, il tempo libero, l’orgoglio e la gioia di esser genitori. Le narrazioni propongono l’educazione dei figli, promuovendo un dibattito a più voci con l’assunzione di responsabilità non solo degli esperti ma di tutta una comunità.
G. Pellegrino (a cura di) 2009, Pedagogia dei Genitori. Narrare i figli, CSV Società solidale, Savigliano 2009.
Il libro può esser richiesto al Centro Famiglie del Comune di Savigliano, tel. 172/726053, e-mail: centrofamiglie@monviso.it.
Savigliano, città di tradizione operaia, ha subito cambiamenti che ne hanno modificato il tessuto sociale. Di questo è sensibile l’Amministrazione comunale e il Consorzio socioassistenziale Monviso solidale che sostengono Pedagogia dei Genitori e ne promuovono la diffusione, iscrivendo la Metodologia all’interno delle loro politiche sociali.
Il testo presenta i risultati di un’attività quadriennale. Nell’introduzione la Vice Presidente del Consorzio e la Coordinatrice dei servizi sottolineano la soggettività delle famiglie e la rete di genitorialità diffusa promosse grazie ai Gruppi di narrazione: l’incontro e l’ascolto paritario tra genitori e operatori hanno permesso di riconoscere il sapere e il ruolo insostituibile della famiglia. L’impegno istituzionale è confermato dall’incarico conferito a un educatore del Consorzio di seguire il progetto, con l’obiettivo di consolidare e diffondere su tutto il territorio di competenza la Metodologia.
Il volume è diviso in due parti: la prima riporta i principi metodologici di Pedagogia dei Genitori e l’articolazione funzionale alla sua realizzazione. Viene presentata la rete territoriale di Enti che aderiscono al progetto, Comune, Consorzio socio assistenziale, neuropsichiatria infantile, scuole e associazioni del territorio e la struttura organizzativa che prevede l’assemblea di progetto, gruppi di lavoro, gruppi di narrazione e un Comitato scientifico.
La seconda parte contiene gli itinerari dei genitori raccolti all’interno dei Gruppi di narrazione, organizzati presso le scuole, le associazioni e le ludoteche. Un’esperienza significativa è stato condotta all’interno del carcere di massima sicurezza “Morandi” di Saluzzo (CN). Genitori di Savigliano si sono recati periodicamente all’interno dell’istituto di pena per raccontare gli itinerari educativi, a loro volta i carcerati hanno narrato la loro genitorialità.
I racconti sono ordinati in sezioni secondo i valori praticati nel corso dell’educazione dei figli: la pedagogia della speranza, della fiducia, della responsabilità e dell’identità.
Il volume pubblica la bozza del protocollo col quale i diversi Enti del territorio in cui opera il Consorzio socioassistenziale Monviso solidale (ASL, Comuni, Cooperative, Associazioni) si accordano per inserire all’interno delle rispettive attività la teoria e la pratica della Metodologia.
F. Poveda A. Venturato (cura di) 2008, La valorizzazione delle competenze educative della famiglia, Associazione A E B, Bolzano.
Il libro può esser richiesto all’Associazione A E B (Arbeitskreis Eltern Behinderter, Associazione genitori di persone in situazione di handicap) Via Galilei 4/A 39100 Bolzano; tel. 0471/289100, fax 0471/261750; e-mail: info@a-eb.net;
L’itinerario della Metodologia Pedagogia dei Genitori a Bolzano nasce grazie alle pagine dedicate alla Metodologia della rivista Handicap & Scuola.
Il Presidente dell’AEB sottolinea il valore inclusivo della presentazione dei figli da parte dei genitori, l’Assessore alle politiche sociali e alle pari opportunità del Comune di Bolzano dichiara di appoggiare il progetto come scelta politica funzionale alla valorizzazione delle famiglie in quanto attori sociali. Il Sovrintendente scolastico delle scuole in lingua italiana inserisce la Metodologia all’interno delle buone prassi dove gli ‘esperti’ dovrebbero accogliere i genitori come fonte primaria e competente in grado di fornire utili indicazioni e con cui avere rapporti su un piano di parità, pur con ottiche e compiti differenti. Il Dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Bolzano II, dove è avvenuta la sperimentazione, precisa che la prospettiva della Metodologia modifica profondamente i tradizionali giochi di relazione e di potere tra insegnanti, genitori ed alunni, con l’intento di favorire forme autentiche di consapevolezza, di maturità e crescita autonoma.
La prima parte del volume è dedicata al quadro scientifico epistemologico all’interno del quale si colloca il Progetto, nella seconda parte vengono pubblicate le narrazioni degli itinerari educativi dei genitori. L’ultima parte riguarda le attività sperimentali promosse presso l’Istituto comprensivo Bolzano II che ha coinvolto tutta la scuola, con la convinzione che il benessere degli allievi in situazione di handicap riguarda anche quello di tutti i compagni. La narrazione di sé da parte degli allievi, proposta dalla Metodologia, diventa occasione di reciproca conoscenza per creare rispetto e coesione nelle classi e prevenire incomprensioni o forme di prepotenza. Gli strumenti culturali che offre la scuola si trasformano in occasioni che generano serenità e rapporti migliori. L’insegnamento apprendimento riprende la sua funzione formativa.
R. De Rosa F. Poveda 2009, La legalità inizia in famiglia, A E B, Bolzano
Il testo si articola in tre parti: la prima è programmatica e contiene indicazioni generali tra cui una scheda sui Gruppi di narrazione all’interno del quale si sviluppa la dinamica dell’educazione alla legalità. Nella seconda parte si dà voce ai genitori che espongono le specifiche regole che propongono ai propri figli all’interno di un’educazione consapevolmente programmata. Emerge la solitudine della famiglia e l’impegno dei genitori che, a fronte di una società che non li aiuta, riescono a impostare strumenti educativi e dare norme ai figli. Su invito della scuola si incontrano nei Gruppi di narrazione e, dopo aver presentato per iscritto e oralmente i figli, narrano collettivamente le loro scelte, le mettono a confronto, esaminano problemi concreti, mettono in comune le soluzioni, impostando nuove relazioni che spesso conducono a una genitorialità allargata.
La seconda sezione del libretto è tripartita. Prima si esprimono i genitori con una partecipazione e una sensibilità che la società non conosce perché non ha dato loro voce, perdendo testimonianze educative. Da loro si impara a dare regole con amore, con rispetto. Il libretto presenta un modello di collaborazione scuola famiglia in cui viene valorizzato il dialogo educativo: prima la voce dei genitori, poi quella dei figli. Nella terza parte tutta la classe redige un questionario che ogni allievo propone ai genitori.
R. De Rosa F. Poveda 2009, Orientamento e educazione alla scelta, A E B, Bolzano
La pubblicazione inserisce la famiglia nelle dinamiche funzionali alla scelta dell’istituto superiore e, in prospettiva più lunga, alle riflessioni su una futura professione. Si propone come raccolta di materiali elaborati in classe che testimoniano la necessità e la possibilità della collaborazione scuola famiglia in ambito formativo. Non ha solo quindi valore di documentazione, ma anche di guida didattica per la realizzazione di percorsi analoghi.
In verbali, redatti dai ragazzi, degli incontri coi genitori venuti in classe per parlare dei loro percorsi di studio e lavorativi, manifestano l’importanza dell’incontro con le testimonianze dei genitori. Le loro considerazioni permettono di rilevare i risultati in termini di formazione. Il senso di responsabilità personale: la vita è nostra e noi dobbiamo decidere, la consapevolezza della solidarietà: è difficile andare avanti senza consigli ed aiuti; il senso dell’evoluzione storica: ci hanno spiegato che ai loro tempi, nonostante il desiderio di studiare fosse tanto, mancavano spesso i mezzi economici alle famiglie e a volte si doveva ripiegare su un lavoro che non era quello desiderato. Infine un auspicio che fa ben sperare nella scuola e negli allievi: spero che questa iniziativa continui per aiutare i ragazzi che sono il futuro del mondo e che se sceglieranno bene forse riusciranno a cambiare anche questa società che va a ‘rotoli’.
Le pubblicazioni possono esser richieste all’Associazione A E B (Arbeitskreis Eltern Behinderter, Associazione genitori di persone in situazione di handicap) Via Galilei 4/A 39100 Bolzano; tel. 0471/289100, fax 0471/261750; e-mail: info@a-eb.net;
Con i nostri occhi
La presentazione dei figli da parte delle famiglie “Con i nostri occhi”, strumento della Metodologia Pedagogia dei Genitori, nato nell’ambito della disabilità. E’ uno strumento di identità e valorizzazione: delinea la specificità del bimbo, ne evidenzia le tappe di crescita e i tratti essenziali, è base per il patto educativo con gli esperti. diversi.Strumento, nato per superare difficoltà, diventa un mezzo utile per tutti: nelle classi i genitori, assieme agli insegnanti, presentano i figli con i loro occhi, realizzando una conoscenza collettiva dei figli, funzionale alla genitorialità diffusa.
Pubblicazioni
- Commissione Europea Programma Socrates Grundtvig 2, Con i nostri occhi: Le competenze educative dei genitori risorsa per l’integrazione scolastica e sociale, 2003.
- Ufficio scolastico regionale, Centro servizi amministrativi di Torino, Esempio di buone prassi: Con i nostri occhi, Torino 2005.
- Città di Collegno Assessorato alle Politiche Educative e Sociali, Patto per la scuola: Pedagogia dei Genitori a Collegno Collana Politiche Educative, Numero 1 - 2004
- Città di Collegno Assessorato alle Politiche Educative e Sicurezza, Centro Nazionale Documentazione e Ricerca Pedagogia dei Genitori, “Con i nostri occhi”, Collana Politiche Educative, Numero 2 - 2005
- Città di Collegno Assessorato alle Politiche Educative e Sicurezza, Centro Nazionale Documentazione e Ricerca Pedagogia dei Genitori, “Con i nostri occhi”, Collana Politiche Educative, Numero 3 - 2006
- Città di Collegno Assessorato alle Politiche Educative e Sicurezza, Centro Nazionale Documentazione e Ricerca Pedagogia dei Genitori, “Con i nostri occhi”, Collana Politiche Educative, Numero 4 - 2007
- Città di Collegno Assessorato alle Politiche Educative e Sicurezza, Centro Nazionale Documentazione e Ricerca Pedagogia dei Genitori, “Con i nostri occhi”, Collana Politiche Educative, Numero 5 - 2007
- Città di Collegno Assessorato alle Politiche Educative e Sicurezza, Centro Nazionale Documentazione e Ricerca Pedagogia dei Genitori, “Con i nostri occhi”Pedagogia dei Genitori e Orientamento , Collana Politiche Educative, Numero 6 - 2008
RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI DI PEDAGOGIA DEI GENITORI
Recensione delle pubblicazioni prodotte secondo le indicazioni o ispirate alla Metodologia Pedagogia dei Genitori, iniziata nel numero 135 (settembre ottobre 2007) di Handicap & Scuola e continuata nel numero 146 (luglio-agosto 2009).
Una collana di piccole perle. Istituto scolastico scuola dell’infanzia, Novazzano TI Svizzera, ottobre 2008.
La pubblicazione va richiesta all’Istituto scolastico scuola dell’infanzia di Novazzano (TI) all’indirizzo e-mail isinovazzano@bluewin.ch
Tra il Canton Ticino e l’Italia vi è un’osmosi culturale che porta allo scambio di esperienze culturali, in particolare quelle riguardanti l’educazione. In Italia non viene dimenticato l’impegno pedagogico di Francesco Chiesa, mentre in Svizzera sono vive e presenti le indicazioni di Lettere a una professoressa di don Milani. Il libretto con le presentazioni dei figli da parte dei genitori della Scuola comunale di Novazzano è il frutto di una serie intensa di scambi promossi dalla Metodologia Pedagogia dei Genitori. Tramite sono state le numerosi formazioni sulla Metodologia proposte in ambito universitario o tramite Convegni come quello di Lugano, promosso nel 2005. Conferenze sulla Metodologia sono state proposte nel corso di Master in Medical Humanities alla Fondazione Sasso Corbaro di Bellinzona e agli educatori della Scuola Superiore Universitaria.
L’interesse per la presentazione dei figli da parte dei genitori Con i nostri occhi è nata durante un Corso sulla Metodologia Pedagogia dei Genitori organizzato dall’Alta Scuola Pedagogica di Locarno. Erano presenti gli educatori della Scuola dell’infanzia di una cittadina del Ticinese, Novazzano che sono rimasti colpiti dal patto educativo scuola famiglia attuato tramite unoi degli Strumenti della MetodlogiaCon i nostri occhi.
Pedagogia dei Genitori, Con i nostri occhi. Narrare e confrontarsi… per saper scegliere, Città di Collegno, Centro Documentazione e Ricerca ‘Pedagogia dei Genitori’, Assessorato alle Politiche Educative e Sicurezza, Collana Politiche Educative n°6 – 2008.
La pubblicazione va richiesta al Centro Nazionale Documentazione e Ricerca ‘Pedagogia dei Genitori’, Città di Collegno, Settore Politiche Educative e Sicurezza, Villa Comunale, Via Torino 9. Tel 011.4145.822/820; e-mail: pedagogiagenitori@comune.collegno.to.it.
La pubblicazione testimonia la fecondità dell’incontro tra enti e interessi diversi, ma complementari. Il rapporto tra il Centro di Documentazione Pedagogia dei Genitori e l’istituto comprensivo “Anna Frank” di Collegno che conserva il gusto di sperimentarsi in avventure educative, in particolare quelle che coinvolgono i genitori. La sensazione che il mondo, in particolare quello del lavoro, sta cambiando e che occorre trovare forme nuove di orientamento, rispetto a quelle già collaudate. La certezza che i genitori possiedono il sapere dell’esperienza rispetto al territorio specifico in cui vivono e crescono i figli. La consapevolezza della necessità di un incontro intergenerazionale che ridia fiducia e capacità di scelta nei figli e nuova autorevolezza alle famiglie.
La Metodologia Pedagogia dei Genitori offre strumenti didattici collaudati a tre classi che sperimentano la narrazione dei genitori come educazione alla scelta. L’itinerario è sinteticamente proposto nell’invito/programma diffuso tra i docenti, genitori e allievi delle classi coinvolte. Sono previsti incontri programmatori e motivazionali, in cui il progetto è presentato ai coordinatori per la condivisione e l’adattamento, ai consigli di classe e ai genitori. Negli incontri operativi i genitori sono invitati a narrare i loro figli e a descrivere i loro percorsi scolastici e lavorativi che in seguito metteranno per iscritto. Presentano le stesse narrazioni nelle classi dei figli con adeguata presentazione da parte dei docenti che curano le relative attività curricolari: riflessioni, questionari, disegni, illustrazioni grafiche, narrazioni,ecc. Le fasi conclusive riguardano la restituzione degli allievi ai genitori della formazione ricevuta, tramite la presentazione dei prodotti realizzati in classe relativi alle loro narrazioni; tutto il materiale prodotto viene raccolto, elaborato in un pubblicazione e presentato a livello di istituto e di territorio.
La pubblicazione raccoglie le splendide narrazioni dei genitori sul loro percorso scolastico e lavorativo con le riflessioni degli allievi, singole e di gruppo. Predomina in tutti i contributi la necessità di non lasciarsi scoraggiare dalle situazioni avverse, di rialzarsi sempre, di aggiornarsi continuamente e considerare lo studio come un privilegio da conquistare e mantenere. Un questionario permette un approfondimento e nuove indicazioni, rielaborate anche con la costruzione di grafici. In una classe le domande sono state estese anche ai nonni per proporre una dimensione più vasta delle esperienze e per includere figure estremamente significative per le attuali generazioni. Alcune indagini approfondiscono le professioni che maggiormente hanno interessato gli allievi.
Le riflessioni dei ragazzi permettono di fare un bilancio dell’esperienza e riassumere il valore di queste sperimentazioni, una voce tra tutte, quella di Rachele: Dalle parole del papà di Giorgia ho capito che servono buone basi per il futuro, perciò devo impegnarmi e studiare per concludere la scuola. Dalla mamma di Marianna ho imparato che la vita sin da giovane è difficile, ci sono tanti ostacoli da affrontare, ma non bisogna mai arrendersi. Dopo questa esperienza mi sento un pò più matura.
Pedagogia dei Genitori, Con i nostri occhi. Adozioni, Città di Collegno, Centro Documentazione e Ricerca ‘Pedagogia dei Genitori’, Assessorato alle Politiche Educative e Sicurezza, Collana Politiche Educative n°7 – 2009.
La pubblicazione va richiesta al Centro Nazionale Documentazione e Ricerca ‘Pedagogia dei Genitori’, Città di Collegno, Settore Politiche Educative e Sicurezza, Villa Comunale, Via Torino 9. Tel 011.4145.822/820; e-mail: pedagogiagenitori@comune.collegno.to.it.
Adozione come genitorialità del terzo Millennio. “Famiglie sole” titola uno degli ultimi libri sulla famiglia, fotografando la situazione sociale, passata dalla comunità di villaggio alla solitudine urbana e dalla famiglia allargata a quella unifamiliare. Se è ancora attuale il detto ‘per allevare un bimbo ci vuole un villaggio’, occorre creare una genitorialità diffusa, aprire le famiglie, creare una disponibilità verso tutti i figli, senza distinguere tra chi appartiene al nostro sangue o meno.
In questi ultimi anni si è diffusa la pratica dell’adozione o dell’affidamento come alternativa all’istituzionalizzazione, forma di partecipazione alle forme di sofferenza globali, risposta alle proprie esigenze di genitorialità in termini vasti, legati al nostro tempo. Il Centro Nazionale Pedagogia dei Genitori, in collegamento con l’Associazione “Gruppi volontari per l’Affidamento e l’Adozione”, ha promosso la raccolta di narrazioni di famiglie con adozione internazionale.
Sono racconti che parlano di umanizzazione in un mondo globalizzato, la cui caratteristica sembra esser quella mercantile, basata sulla mercificazione e la venalità. Fortunatamente nel mondo viaggiano altri valori. Sono quelli della genitorialità dignitosa, attenta alle proprie e alle altrui esigenze. Nelle narrazioni vi è il valore di una richiesta consapevole, una felicità familiare cercata tenacemente, nonostante difficoltà burocratiche e incomprensioni dovute spesso a differenze culturali. Qual è il valore di queste narrazioni? Sono strumento di formazione per tutti i professionisti (insegnanti, medici, educatori, assistenti sociali, pedagogisti, psicologi, pubblici ufficiali) che per varie funzioni si occupano dei procedimenti di adozione e di affidamento. Esprimono la somma di sentimenti, desideri, speranze, gioie, dolori che costituiscono l’itinerario di chi desidera accogliere un nuovo essere nella propria famiglia. Gli esperti si rendono conto di come determinati atteggiamenti o parole incidono profondamente nella vita delle persone. I genitori apprendono che esiste una Genitorialità che accomuna tutti, al di là di ogni condizione. I docenti apprendono quanto siano preziosi quei figli così desiderati e ottenuti con lunga ricerca.
Per ottenere narrazioni autentiche occorre il rispetto per le competenze educative dei genitori proposto dalla Metodologia Pedagogia dei Genitori. Occorre raccogliere gli itinerari educativi delle famiglie all’interno di situazioni create dagli strumenti della Metodologia, come il Gruppo di narrazione, dove l’ascolto collettivo, l’attenzione e il rispetto per chi narra diventano regola e permettono una narrazione in cui chi parla racconta tutto se stesso con i propri tempi, i propri ritmi e la propria impostazione.
Queste storie diffondono genitorialità a livello sociale e propongono il rispetto per l’autorità pubblica che ne promuove la diffusione.
Bibliografia francese
Indichiamo alcuni saggi che propongono l’esame delle politiche sociali francesi nei confronti della famiglia- F. JESU. Coéduquer. Pour un développement social durable, Dunod, Paris 2004
Sottolinea la necessità del patto educativo tra famiglia e professionisti che si occupano di rapporti umani - G. NEYRAND, Faut- il avoir peur des nos enfants, La Découverte, Paris 2006
Nasce in occasione di un rapporto che sottolinea la necessità di uno screening fin dalla prima infanzia dei bimbi con comportamenti antisociali. Questa idea di scoprire fin dalla culla i piccoli delinquenti a trovato eco nelle molteplici procedure di sorveglianza e controllo che riguardano il percorso dei ragazzi. Il sospetto pesa su supposti colpevoli: genitori assenti, migranti o precari e percorre tutta la catena delle istituzioni: scuola, giustizia, medicina, azione sociale. L’opera riguarda l’analisi e la critica di queste politiche sociali ed è condotta da specialisti del settore, sociologi, insegnanti, magistrati, ecc.. - G. NEYRAND, Préserver le lien parental, Presses Universitaires de France, Paris 2004
Il saggio affronta il problema della prevenzione precoce delle problematiche di rapporto tra genitori e figli sottolineandoil rischio di stigmatizzazione delle persone più deboli e prive di strumenti critici e il rischio di controllo sociale che sottende il cosiddetto dépistage dei bambini considerati problematici sembra aumentare in una società che sembra credere la farmacologizzazione la soluzione di ogni problema. - D.HOUZEL, Les enjeux de la parentalité, érés Toulouse 2006